Che cosa spingeva, all’inizio della storia umana, esseri primitivi spesso duramente alle prese con la rischiosa e faticosa lotta per la sopravvivenza, a realizzare impegnative pitture simboliche, sulle pareti di una grotta? C’è un rapporto tra l’effetto di armonia che avvertiamo in certi istanti di relazione con persone e ambienti, e l’esperienza della bellezza che facciamo davanti a un’opera d’arte? Tra il “rintocco” provocato in noi da un momento di lettura, quando magari siamo immersi in un coinvolgente romanzo, e l’eco suscitata, dentro, da un certo luogo? Perché uno studioso di scienza, per spiegare dei contenuti della sua ricerca, può sentire il bisogno di ricorrere a metafore?
Simulare il mondo
- Dettagli
- Suggerimenti di lettura e visione
- 06-06-25
Nel saggio Il romanzo come spettacolo (1970), Italo Calvino parla del genere come di un «addestramento delle nostre emozioni e paure e dei nostri processi conoscitivi»; e riflettendo, a proposito del suo racconto Il conte di Montecristo, sul rapporto della letteratura con la realtà,
...